Viaggiare con i bambini piccoli: parola alla psicologa

Ricevo spesso domande in merito ad una vacanza con bimbi piccoli e ricordo perfettamente il messaggio di Anna che, qualche tempo fa, mi chiedeva consigli per viaggiare con un neonato.

Mi fa molto piacere ricevere queste richieste d’aiuto, ma credo che ognuno di noi debba fare le proprie valutazioni, considerando prima di tutto il piccolo viaggiatore che ci accompagnerà. 🙂

L’argomento è molto dibattuto tanto che anche Lonely Planet ha ben pensato di dedicare una guida all’argomento: Viaggiare con i bambini. L’arte della vacanza formato famiglia.

Io durante un pranzo ne ho parlato con Marina, prima di tutto una cara amica e per lavoro psicologa infantile, e insieme abbiamo pensato di realizzare la pagina che stai leggendo con la speranza che possa esserti utile. Lascio quindi la parola alla Dottoressa Marina Graziani. 🙂

 

Viaggiare coi bambini
Viaggiare coi bambini

 

Viaggiare con bambini piccoli all’estero e non

Dottoressa vorrei regalare a mio figlio un viaggio in Giappone, ma ho paura di fare il passo più lungo della gamba, mi può aiutare?

È la prima volta che ricevo una richiesta di questo tipo. Più frequenti infatti sono i colloqui con genitori amareggiati che affermano di aver dovuto abbandonare la passione per i viaggi all’arrivo del primo bebè. Inizio così a riflettere con loro.

Non viaggiare all’estero con un bambino piccolo senza assicurazione viaggio: sottoscrivendo una polizza Columbus usando il codice sconto TBG033 riceverai uno SCONTO del 10% e i bambini avranno copertura assicurativa gratuita in viaggio.

La mia domanda, in questi casi è sempre la stessa: “Come mai questa rinuncia? Non credete di fare un regalo meraviglioso a vostro figlio portandolo con voi a scoprire il Mondo?“. La maggior parte degli ex viaggiatori non mi dà risposta, rimane spiazzata ed inizia a chiedermi consigli su come poter viaggiare coi propri figli e ritrovare il benessere dato dal viaggio.

Nella richiesta dei genitori pronti a regalarsi un viaggio col figlio in Giappone ho trovato invece tutto il desiderio di non rinunciare alla loro passione, anzi hanno colto tutta l’importanza che un’esperienza di questo tipo possa avere per un bambino piccolo (nel caso specifico 3 anni).

Ho assistito i due genitori nella fase di preparazione del viaggio perché comunque le paure erano molte e del tutto comprensibili. Hanno chiesto consigli sia sull’aspetto organizzativo (pasti, sonnellini, voli e transiti in aeroporto), ma poi si sono soffermati sull’aspetto emotivo, soprattutto sul cosa possa lasciare questa esperienza al bimbo.

Sono una psicologa e mi piace viaggiare, per questo motivo mi trovo qui a scrivere, in modo che questi consigli possano raggiungere più persone possibili e non fermino le mamme e i papà viaggiatori e sognatori! Vorrei rivivere con te il colloquio che ho avuto con questi genitori: se stai leggendo probabilmente anche tu vorresti organizzare un viaggio con dei bambini.

 

Vacanze con bimbi piccoli: aspetti organizzativi

Gli aspetti organizzativi, in un primo momento, danno maggiore preoccupazione. Come dar da mangiare al bimbo? Come fargli fare il pisolino? Come non stancarlo eccessivamente? Come comportarsi in caso di malattia?

Credo che questi siano paure / dubbi legittimi, ma che non devono in alcun modo annullare la partenza. Il bambino è un essere umano, esattamente come noi adulti, e quindi è in grado di adattarsi a tutte le situazioni. Potrai organizzarti in base al luogo dove ti troverai: il bambino non avrà problemi ad addormentarsi se ha sonno e non avrà problemi a mangiare anche se non si troverà in un ristorante.

Spaventano anche le ore in aereo: ovviamente più sono e più preoccupano i genitori. Basta l’accortezza di scegliere voli comodi per i bambini, ad esempio in orario pisolino oppure voli notturni. Se però il bimbo non dorme in aereo non è necessario allarmarsi: porta con te del cibo, qualche giochini o un cartone animato da guardare su un tablet.

 

Con questi genitori abbiamo poi ragionato sulla salute del bimbo in viaggio.

Partendo dal presupposto che dal mio punto di vista, anche se si viaggia soli, è bene tutelarsi con un’assicurazione viaggio, lo è ancora di più se con te c’è un pargoletto indifeso. Rispetto alle partenze in solitaria ovviamente bisognerà valutare le strutture mediche con maggiore attenzione: quanto distano dal nostro alloggio, di che livello sono e possibilmente se si è in viaggio con bambini piccoli, scegliere posti che non richiedono vaccinazioni particolari. Ricorda che avendo stipulato un’assicurazione sanitaria potrai affidarti a questa per qualsiasi necessità per le cure all’estero.

Comprensibile che all’inizio anche solo l’idea di affrontare un viaggio con un bambino possa destabilizzarti: non fermarti alle prime paure e insicurezze!

Anche quando hai affrontato il tuo primo viaggio all’estero avevi paure e dubbi, ma era anche tanta la voglia di scoprire il mondo. Ora che sei genitore dove è finita questa voglia? Se siete una coppia che ama viaggiare perché smettere?

 

Superati gli aspetti organizzativi, c’è tutto il momento preliminare. L’attesa, lo scoprire il luogo che si andrà a visitare. Se il bimbo ha 3 anni o più la sua curiosità va alimentata ogni giorno. Libri, documentari, foto tutto ciò che si può reperire della prossima meta. È tutto ciò che già fai quando organizzi un nuovo viaggio: niente di diverso, niente di nuovo, niente di strano!

Facciamo però un passo indietro: come scegli la meta?

Questa domanda me la sono posta io, non questi genitori che avevano nel Giappone la meta già prestabilita. Occorre sicuramente considerare l’età del bambino, ma allo stesso tempo non annullare i propri desideri. Dai 3 anni in poi è però importante coinvolgere il bimbo in questa decisione facendolo appassionare al viaggio. Anche lui, come te, tornerà a casa arricchito da una serie di ricordi ed esperienze.

Mi ricollego a una frase di questi due genitori: “Dottoressa, tutta questa fatica, ma il nostro bambino non ricorderà nulla!“. Come dargli torto? Effettivamente il bambino non ricorderà nulla del viaggio intrapreso con i genitori, se non delle foto che terrà per sé. Questo ovviamente è quello che crediamo. Nella realtà il bambino andrà a immagazzinare una serie di odori, colori, sensazioni che altro non saranno che ottimi stimoli per la formazione della sua identità futura.

 

Come genitore chiediti cosa ti blocca: tuo figlio non può essere un impedimento! Se hai sempre amato viaggiare, puoi continuare a farlo!

Sicuramente andrai incontro a delle difficoltà organizzative ed emotive… ma quando viaggiavi senza bambini a seguito non hai mai vissuto momenti di sconforto? È sempre andato tutto bene o un imprevisto ti ha fatto trascorrere qualche brutta mezza giornata? La stessa cosa può accadere con un bambino. Ma perché allarmarsi? Gestirai la situazione, chiedendoti il perché di questo momento di disagio, valuterai i bisogni del bambino e tornerai a vivere il viaggio in piena tranquillità.

Quello che ho consigliato a questi genitori e che credo sia importante per tutti i genitori che hanno la voglia di intraprendere un viaggio coi figli è di programmare il viaggio ascoltando le richieste e le esigenze di tutti i componenti della famiglia.

 

Concludo questo articoletto sottolineando come l’esperienza del viaggio sia una grande risorsa per la famiglia in quanto ne rafforza i legami, andando a vivere situazioni che allargano i ricordi in comune.

Viaggiare è un’esperienza che rende tutti più felici, sia i grandi sia i più piccoli.

Quindi cosa aspetti? Regala un viaggio di famiglia al tuo bambino, te ne sarà grato tutta la vita!


Grazie Marina per il tuo contributo. 🙂

 

Nel caso tu voglia approfondire l’argomento puoi scrivere qui sotto nei commenti o contattare direttamente Marina tramite la sua pagina Facebook.

 

 

Viaggiare con i bambini piccoli: parola alla psicologa

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